Camaiore (Lucca), 25 nov. - (Adnkronos) - Guai al conformismo, guai a rinunciare a crescere, a essere se stessi; guai a non scommettere su merito e impegno ''perche' e' da li', dalla passione, dalla creativita' e dall'ingegno che nascera' la migliore Toscana del futuro''. Il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, inaugura la Festa della Toscana parlando dal palco del Teatro dell'Olivo di Camaiore, rivolgendosi alla platea di autorita', ma anche e soprattutto ai ragazzi delle scuole camaioresi che occupano i palchi del teatro. Sono loro i giovanissimi studenti, i protagonisti dell'apertura della Festa dedicata ad ''Arti, Culture, Futuro'', nella sala del teatro che si trova nel cuore di Camaiore, la citta' protagonista dell'edizione 2009.
Il sindaco, Giampaolo Bertola, saluta ''l'occasione importantissima per trovare momenti di collaborazione e amicizia tra istituzioni e persone che tutte insieme possono dare il migliore contributo allo sviluppo del Paese''. Bertola mette insieme ''l'orgoglio di Camaiore, le caratteristiche del suo territorio con i meriti di ''una festa che valorizza la bellezza della Toscana, terra di avanguardia in tutta Italia''. Terra che nella sua storia annovera primati importanti, come ricorda Nencini.
Il presidente dell'assemblea toscana ''rilegge'' la prima edizione della Festa, dieci anni fa, con le parole del livornese Carlo Azeglio Ciampi. Ricorda i primati di liberta' che passarono proprio dalla citta' di Livorno. In quella lezione di cultura e liberta' Nencini innerva la Festa di quest'anno, sfatando, come dice rivolto ai ragazzi ''alcuni miti''. A cominciare da quello di De Coubertin: ''Non ha mai scritto meglio che vincere e' partecipare''. Il significato di cio' che ha detto e' che l'impegno non e' vincere, ma competere, dare il meglio di se', per ottenere un risultato apprezzabile innanzitutto per noi stessi''. Tradotto significa andare al di la' dei confini tradizionali di conoscenza: ''la curiosita' porta ciascuno di noi a pretendere di migliorarsi''. E l'ambizione del resto e' un dovere.
Anche l'identita' e' ''un mito da sfatare''. ''La nostra - dice Nencini - e' fatta di molti pezzi'', ed e' cosi' per l'Italia intera. Ebbene ''creativita' e ingegno''sono dati ''dalla contaminazione: ''Se avete paura delle persone diverse da voi, siete destinati a rimanere a rimanere coperti nella folla; rinunciate alala possibilita' di crescere''. Al contrario, la partita della storia e del futuro sta ''nel confronto con identita' diverse'', nel mettersi in posizione ''da pari a pari'', se nel giocare una competizione che si fonda sul ''merito''. Sempre rivolto agli studenti Nencini cita la Costituzione, il riconoscimento dovuto ''ai meritevoli e capaci''.
Anche su questo la lezione della storia e' tutta per il presente: c'e' l'uguaglianza delle opportunita' che e' cosa assolutamente diversa dall'egualitarismo''; ma c'e' poi il merito, ''il modo migliore per scalare posizioni nella societa', per confrontarsi con la propria coscienza, per mettersi alla prova''. La conclusione e' l'invito ad assumersi ''le proprie responsabilita''', con una raccomandazione: ''Fatevi conoscere per le idee e le passioni che nutrite, fuori dal conformismo e dalla folla''.
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