Anche per l’anno scolastico 2009/2010 la Provincia di Lucca, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Firenze, ha promosso uno studio sul bullismo elettronico nelle scuole del territorio, per individuare forme di prevenzione e contrastare un fenomeno sempre più diffuso tra gli studenti delle scuole secondarie.
Questa mattina, durante una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Ducale, il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Mario Regoli e la professoressa Ersilia Menesini, docente al dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze e curatrice dell’indagine, hanno presentato i risultati della ricerca condotta in 17 classi di 7 scuole superiori della provincia.
L’esperienza, che ha coinvolto l’istituto Civitali, l’Isi Pertini, il Liceo Scientifico Vallisneri e Istituto Agrario Brancoli Busdraghi di Lucca, l’Istituto Geometri Nottolini, l’istituto Chini di Lido di Camaiore e il Liceo Scientifico Majorana di Capannori, ha dimostrato che è possibile intervenire sul problema bullismo e ridurne gli effetti. In particolare, ha dato ottimi risultati il processo di coinvolgimento e di responsabilizzazione diretta di quei ragazzi che nei confronti dei coetanei hanno avuto il ruolo di educatori tra pari, detti anche peer educator (da peer to peer, espressione che in informatica indica una rete di computer in cui non c’è distinzione gerarchica).
"Responsabilità e partecipazione sono le parole chiave di ogni forma di socializzazione matura e democratica – ha affermato il presidente della Provincia, Stefano Baccelli – focalizzare gli sforzi affinché i giovani sperimentino e facciano loro queste buone pratiche del vivere civile è uno degli investimenti migliori per il presente e il futuro della nostra comunità. La Provincia di Lucca è impegnata da anni sul fronte della lotta al bullismo e i risultati di questi progetti con gli studenti ci confermano che intervenire con efficacia sul problema è possibile".
"In ogni classe coinvolta – ha spiegato Ersilia Menesini – abbiamo dapprima fatto un percorso di sensibilizzazione, poi sono stati scelti otto educatori, quattro per lavorare on line e quattro per il confronto faccia a faccia. I ragazzi sono stati opportunamente formati su temi come la comunicazione interpersonale e la gestione dei conflitti ma anche sulle tecnologie dell’informazione e l’utilizzo di tecniche di comunicazione on line. L’esperienza del training è stata in genere molto formativa e partecipata. Alcuni ragazzi hanno espresso il loro apprezzamento, ne sono testimoninanza anche alcune affermazioni del forum da loro gestito".
Mentre gli educatori on line hanno lavorato alla moderazione del forum “noncadiamointrappola”, ospitato sul sito delle politiche giovanili della Provincia di Lucca, i peer educator hanno preparato e gestito un incontro con altre classi del proprio istituto, si sono confrontati con le istituzioni sul tema del bullismo e della violenza e hanno preparato una trasmissione televisiva dedicata ai giovani.
L’esperienza
L'obiettivo del progetto promosso dalla Provincia di Lucca, in primo luogo, ha avuto lo scopo di monitorare l'incidenza del bullismo tradizionale ed elettronico in un campione di studenti delle scuole superiori lucchesi e di sperimentare alcuni percorsi di prevenzione e intervento.
Lo studio prosegue il percorso iniziato nell’anno scolastico da alcuni anni nelle scuole superiori ed è mirato alla prevenzione del bullismo e del bullismo elettronico (cyberbullismo) grazie alla creazione di reti di solidarietà tra i ragazzi, nel mondo reale della scuola e in quello virtuale del web e delle nuove tecnologie.
Il campione della ricerca
Il campione sperimentale era composto da 349 studenti, 133 maschi e 216 femmine, di età media 16 anni. Tale campione è stato poi suddiviso in due gruppi: una parte ha effettuato solo il percorso di sensibilizzazione e un’altra ha svolto tutto il percorso di formazione ed è stato sottoposto all’intervento con i peer educators.
Il campione di controllo è costituito da 64 studenti provenienti da altri due istituti della Provincia (Istituto Paladini di Lucca eIstituto di Scienze Sociali di Barga).
Le fasi del progetto
Dopo una prima fase di valutazione iniziale effettuata con un questionario, si è proceduto con la presentazione del progetto alle scuole partecipanti attraverso un convegno che si è tenuto nell’ottobre 2009 e alcuni percorsi di sensibilizzazione e di comunicazione sulle tematiche del cyberbullismo e del bullismo tradizionale nelle classi partecipanti.
Successivamente, per ogni classe sono stati selezionati 4 peer-educator on line e 4 faccia-a-faccia che hanno seguito una giornata di training su temi quali la comunicazione interpersonale, le tecnologie dell'informazione, la gestione del forum e le tecniche di comunicazione on line.
Gli educatori on-line hanno gestito il forum Noncadiamointrappola, mentre gli educatori "faccia a faccia" hanno preparato un incontro con una classe della scuola che non aveva partecipato alla sensibilizzazione, hanno organizzato un incontro con le istituzioni per confrontarsi sui temni della violenza, del disagio e del bullismo e hanno collaborato alla preparazione di una puntata di Squarciagola, trasmissione realizzata da NoiTv e Provincia di Lucca, dedicata alle politiche giovanili. La ricerca si è conclusa a maggio con la distribuzione di un questionario per la valutazione dei cambiamenti nelle classi coinvolte dal progetto.
I risultati
La valutazione ha riguardato i peer educator, il gruppo di compagni della classe o della scuola che ha ricevuto l’intervento dei peer educator e il gruppo di controllo composto dalle due scuole che non hanno partecipato all’intervento.
Il cyberbullismo
La diminuzione più significativa è stata registrata nel gruppo dei peer educator, soprattutto nei maschi. In particolare è da notare la riduzione nell’invio di minacce e di insulti via internet, tramite siti web, chat, blog, programmi di messaggistica istantanea, Myspace, Facebook, Twitter.
In calo anche la diffusione di voci non vere tramite telefono e l’atto di appropriarsi di informazioni o materiale personale come immagini e foto per poi riutilizzarle. Diminuisce, infine, l’utilizzo sotto falsa identità della password o dell’account di qualcuno e l’esclusione di coetanei dai gruppi on-line, dalle chat e dai forum.
Attraverso questo percorso i ragazzi e le ragazze sembrano aver preso coscienza che alcune azioni possono avere un impatto negativo sui compagni, desistendo quindi da tali comportamenti. Il progetto si è dimostrato efficace soprattutto sul versante dell’educazione e della responsabilizzazione; in questo secondo anno vogliamo dedicare maggiore attenzione ai problemi delle vittime, cercando di coinvolgere i peer educator in azioni di protezione e di supporto.
Strategie di difesa on line
Inoltre abbiamo verificato se i ragazzi, a seguito dell’intervento, avessero acquisito alcune strategie di difesa e protezione. I risultati mettono in luce che soprattutto per il gruppo dei peer educator aumenta la consapevolezza dell’utilità di azioni di difesa (bloccare la persona o cambiare account o numero di telefono) e di azioni preventive quali informare i ragazzi sui rischi e evitare situazioni potenzialmente pericolose.
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